«Acronia»: una nuova prospettiva per la storia dell’anarchismo

Il passato è al giorno d’oggi un vero e proprio campo di battaglia. La continua istituzione di giornate e iniziative commemorative che caratterizza il nostro tempo non è di certo figlia di un approccio scientifico in grado di restituire un’analisi complessa degli eventi che si vogliono ricordare. Al contrario, come dimostrano l’operazione-foibe e la narrazione pacificatrice di esperienze conflittuali come la Resistenza, l’eccessiva insistenza sulla memoria maschera spesso una rilettura della storia per fini politici presenti. Se è vero che, di fronte a nuove esigenze e sensibilità, il “mestiere di storico” è riuscito a rinnovarsi, d’altra parte ha dovuto opporsi alla diffusione di revisionismi e mistificazioni che rischiano di minare le fondamenta della disciplina storica e della sua percezione. In tale contesto l’anarchismo ha continuato a “sgomitare” per affermarsi come attore non secondario delle vicende contemporanee, ruolo che quasi mai gli è stato riconosciuto dalle correnti storiografiche egemoni del Novecento.

Non si può, dunque, non salutare con interesse l’uscita di «Acronia. Studi di storia dell’anarchismo e dei movimenti radicali», una rivista edita da Mimesis nata nel 2021. Si tratta di un progetto ambizioso, come si deduce dal manifesto liberamente leggibile sul sito della rivista1 in cui si individua nell’esperienza di «Rivista storica dell’anarchismo» un significativo precedente, in quanto ‘”unico periodico di carattere scientifico dedicato interamente alla storia dell’anarchismo e dei movimenti antiautoritari”. «Acronia» vuole (ri)costituire uno spazio di ricerca inclusivo in cui possano confluire contributi fondati su indirizzi di ricerca diversificati ma intrecciati, così da favorire lo sviluppo del dibattito storiografico tramite l’adozione di una lente comparativa.

Il primo numero della rivista, una monografia intitolata Spazi Confini Anarchia, curata dalla redazione composta da Elena Bignami, Roberto Carocci e Pietro Di Paola con la collaborazione di Davide Turcato, è da qualche mese disponibile gratuitamente in PDF sul sito e stampabile su richiesta al costo di 14€. Il tema dello spazio e del confine spinge l’indagine storica ad aprirsi ad una pluralità di approcci, a conferma dell’impostazione teorica di «Acronia». Si coglie già dall’indice l’originalità dei singoli contributi, elemento necessario per restituire la poliedricità dell’oggetto stesso della ricerca, ovvero l’anarchismo, difficilmente comprensibile se studiato tramite chiavi di lettura tradizionali come quelle nazionali o partitiche. L’articolo di Turcato, L’anarchismo italiano come movimento transnazionale 1885-1915, per la prima volta tradotto in italiano, è in questo senso un’apertura perfetta per una monografia che fa della prospettiva transnazionale il proprio leitmotiv. Se nei primi contributi è lo spostamento fisico di anarchici e anarchiche attraverso i confini politici a costituire l’oggetto di studio, l’attenzione si sposta, poi, sulle continuità e discontinuità ideologiche, il tutto permeato da necessari richiami ad aspetti altrettanto importanti come la questione di genere e lo studio delle mentalità. Ecco che all’analisi dei movimenti transnazionali, dovuti tanto a volontà politiche quanto a necessità dettate dalla repressione, segue un focus sull’incontro -scontro delle idee e delle pratiche libertarie con il patriottismo antifascista e l’interventismo anarchico che caratterizza e genera al l’esperienza dell’arditismo popolare, le cui implicazioni sono esposte dai saggi di chiusura di Francescangeli e Carocci. In conclusione del volume, trovano spazio delle recensioni di monografie pubblicate recentemente.

Alessandro Lattanzi

1 https://www.mimesisjournals.com/ojs/index.php/acronia/index

 

 

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